Brano: fica accettarle; ma significa negarle, avendole meglio comprese (applausi); significa studiare quale deve essere il punto d'insurrezione della nostra leva di resistenza, non già a ritroso, ma lungo la legge inevitabile della storia.
Orbene, o compagni, tutto quel poco che ho scritto sulla guerra l'ho raccolto fino dall'inizio in un volumetto a vostra disposizione. Ne accetto piena ed intera la responsabilità dalla prima all'ultima parola. E vi ricordo una sola cosa: che ho cominciato a scrivere sulla guerra fino dalla fine di agosto del 1914 sull'Avanti ! ed ho sempre mantenuto la stessa posizione. Io ho detto: noi socialisti dobbiamo essere sempre contro la guerra decisamente, ma non dobbiamo cadere nell'imboscata e nell'errore storico di prendere sul serio questa mostruosità non già socialista, ma borghese, della neutralità assoluta. E misi in guardia i compagni. Eravamo nell'agosto del 1914 (rumori), ed io dissi ai compagni: cc Non fidatevi della neutralità assoluta né di Giolitti, né di Salandra. Anche Salandra, come Giolitti, vi darà la guerra ». Ho mantenuto le mie previsioni: esse fatalmente, purtroppo, si dovevano avverare, si sono avverate.
Concludo, ricordando che per questo mio atteggiamento fermissimo sul terreno dei nostri principi, ma di previsione della storia, e per avere anche sempre sostenuto, in linea subordinata, gli interessi stessi del Partito, perché, non solo eravamo contro la guerra, ma dicevamo che il fare la guerra con quella preparazione era un errore dal punto di vista borghese, io sono stato accusato e attaccato in tutti i modi da interventisti e già che qui è presente il compagno Zambianchi, egli pub testimoniare come nel 1915 io ebbi l'onore di essere aggredito a Roma, al caffè Aragno. (Qualche applauso).
Discorso Kabaktceff
ROBERTO, presidente: Do la parola al compagno Kabaktceff, delegato dei comunisti bulgari e delegato come membro del Comitato della Terza Internazionale. (Applausi; grida di r Viva la Terza Internazionale)». Il compagno Kabaktceff parla per delega ed incarico del Comitato dell[...]
[...]uzione.
KABAKTCEFF: Compagni: sono venuto a questo Congresso come
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rappresentante del Comitato esecutivo della Terza Internazionale e prima di leggere il discorso già preparato, mi permetto di fare alcune dichiarazioni.
Saluto il vostro Congresso a nome del Comitato esecutivo della Terza Internazionale e un particolare saluto vi porto a nome della Federazione dei Partiti comunisti della regione balcanica. La Bulgaria attraverso le prove della guerra e nelle condizioni del dopo guerra, ha messo in prima linea il problema della lotta di classe ed il proletariato bulgaro è tutto concorde sotto la bandiera del Partito comunista, il quale, nelle ultime elezioni, ha potuto affermarsi con una vittoria di 50 deputati e con complessivi voti 200.000.
Esamina, quindi, fuggevolmente le condizioni della Grecia, affermando che la caduta di Venizelos costituisce la bancarotta della politica nazionalista greca, e, per la coordinazione fra la politica greca e la politica internazionale, rappresenta la bancarotta della politica dell'Intesa nei paesi balc[...]
[...]iformisti e la unificazione delle loro forze in un grande Partito comunista, costituendo l'organismo piú potente dell'Internazionale comunista. Il Comitato esecutivo dell'Internazionale comunista è sicuro che voi assolverete questo compito con dignità e con coraggio.
Compagni, il dovere del proletariato italiano e del Partito socialista italiano nel momento presente, è determinato dalla situazione interna e internazionale, creatasi in seguito alla guerra imperialista. Qual'è la situazione interna? Essa vi è molto nota, mi ci soffermerò brevemente. La distruzione delle forze produttive durante la guerra ha.
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creato quella profonda crisi economica che, non soltanto le è sopravvissuta, ma si è fatta via via piú profonda e piú acuta. L'Italia manca di materie prime ed essa non se ne pub procurare a cagione della loro rarefazione nell'Europa capitalista ed a cagione del deprezzamento della moneta italiana. Nello stesso tempo cresce sempre maggiormente il costo delle merci di prima necessità, dovuto al monopolio che la grande borghesia finanziaria e industriale, arricchitasi durante la guerra, è riuscita ad imporre sulle materie prime e sugli oggetti di largo consumo. La condizione della clas[...]
[...]economica che, non soltanto le è sopravvissuta, ma si è fatta via via piú profonda e piú acuta. L'Italia manca di materie prime ed essa non se ne pub procurare a cagione della loro rarefazione nell'Europa capitalista ed a cagione del deprezzamento della moneta italiana. Nello stesso tempo cresce sempre maggiormente il costo delle merci di prima necessità, dovuto al monopolio che la grande borghesia finanziaria e industriale, arricchitasi durante la guerra, è riuscita ad imporre sulle materie prime e sugli oggetti di largo consumo. La condizione della classe operaia in Italia diviene via via piú miserabile, perché il rincaro della vita è assai maggiore degli aumenti di salario, e, in effetto, porta verso una reale diminuzione dei salari. Operai, le lotte della classe operaia per gli aumenti di salari incontrano nella borghesia un'opposizione ostinata, poiché questa pretende che il rialzo dei prezzi delle materie prime non le consente di aumentare i salari; chiude, perciò, le fabbriche e proclama il lockaut per gli operai. Per schiacciare la lot[...]
[...]vista del profitto capitalistico e non da quello della ricostruzione, e dello sviluppo della produzione — per il quale piange sempre lacrime ipocrite — preferisce esportare i suoi capitali, anche le macchine e le fabbriche, privare di lavoro centinaia di migliaia di operai, condannandoli alla fame, insieme con le loro famiglie. Voi sapete assai bene che la borghesia nazionalista italiana ha cominciato ad esportare la ricchezza accumulata durante la guerra con lo sfruttamento del proletariato italiano ed a cercare una seconda patria, in cui i propri profitti sarebbero stati maggiori e piú sicuri. Con questa stessa misura la borghesia italiana peggiora la crisi economica, aggiungendo al caroviveri, la disoccupazione crescente. Secondo i dati ufficiali, il caroviveri in Italia, dal 1914 è aumentato di piú del 500 per cento. Soltanto nello spazio di un anno, dal giugno 1919 al giugno 1920, l'aumento dei prezzi è stato del 428 per cento per i generi di prima necessità.
La crisi finanziaria in cui la guerra ha gettato l'Italia, aumenta senza tregua[...]
[...]fitti sarebbero stati maggiori e piú sicuri. Con questa stessa misura la borghesia italiana peggiora la crisi economica, aggiungendo al caroviveri, la disoccupazione crescente. Secondo i dati ufficiali, il caroviveri in Italia, dal 1914 è aumentato di piú del 500 per cento. Soltanto nello spazio di un anno, dal giugno 1919 al giugno 1920, l'aumento dei prezzi è stato del 428 per cento per i generi di prima necessità.
La crisi finanziaria in cui la guerra ha gettato l'Italia, aumenta senza tregua; gli ultimi rapporti ufficiali dimostrano che il debito pubblico in Italia raggiunge oggi la cifra di 122 miliardi e la carta moneta in circolazione ascende alla cifra di 19 miliardi. È, dunque, un aumento del debito pubblico e della emissione di carta moneta dieci volte maggiore dell'anteguerra.
La guerra, che ha costato tante vittime al popolo italiano, ha portato alla borghesia, ai banchieri, agli speculatori ed ai patrioti, grandi
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ricchezze, ed alle masse lavoratrici la rovina economica ed una miseria incredibile.
La politica nazionalistaimperialista della borghesia italiana ha fatto bancarotta completa. Le illusioni per la conquista delle grandi colonie e dei grandi mercati sono svanite. L'Italia, nella sua qualità di uno dei piú deboli degli alleati dell'Intesa, è uscita dalla guerra con il bottino piú scarso. La parte del leone è stata fatta dai suoi alleati, dall'Inghilterra in pr[...]
[...] italiano, ha portato alla borghesia, ai banchieri, agli speculatori ed ai patrioti, grandi
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ricchezze, ed alle masse lavoratrici la rovina economica ed una miseria incredibile.
La politica nazionalistaimperialista della borghesia italiana ha fatto bancarotta completa. Le illusioni per la conquista delle grandi colonie e dei grandi mercati sono svanite. L'Italia, nella sua qualità di uno dei piú deboli degli alleati dell'Intesa, è uscita dalla guerra con il bottino piú scarso. La parte del leone è stata fatta dai suoi alleati, dall'Inghilterra in prima fila. La pace imperialista ha distrutto le luminose speranze, con le quali la borghesia nazionalista italiana ingannava le masse durante la guerra. La pace non apre piú alcuna prospettiva, non soltanto per la politica espansionista del capitalismo italiano, ma anche per la sua consolidazione interna: il capitalismo italiano esce dalla guerra piú debole di quando vi è entrato. La borghesia non sa proporre altra uscita a questa crisi economica e finanziaria, all'infuori della costrizione violenta degli operai a lavorare nelle fabbriche sotto regime di sfruttamento e in una miseria sempre crescente; la soluzione che la borghesia propone, costituisce la schiavitú del proletariato. al capitalismo, la sua degradazione fisica e morale progressiva.
Il proletariato italiano, per difendersi e per salvarsi, intraprende una lotta sempre piú decisa e rivoluzionaria. Ha cominciato coll'entrare in sciopero per l'aumento dei salari; e, quando l[...]
[...]llora il proletariato ha trovato rifugio nell'unico mezzo che gli rimaneva: la occupazione delle fabbriche. Questo mezzo di lotta è rivoluzionario per eccellenza: mira alla trasmissione della proprietà sui mezzi di produzione, dalle mani della borghesia a quelle del proletariato. La borghesia ha piena coscienza di ciò; ed è per questo che si prepara a schiacciare queste lotte rivoluzionarie con il sangue e col fuoco. La borghesia ha incominciato la guerra civile con la fucilazione parziale degli operai; e organizza regie guardie e fascisti per intraprendere la fucilazione in massa del proletariato italiano.
Cosí la crisi economica e finanziaria, rende piú acuta in Italia la lotta di classe e crea una situazione rivoluzionaria. E soltanto coloro che chiudono volontariamente gli occhi dinanzi ai fatti piú evidenti e piú eloquenti, possono negare l'esistenza e l'aggravarsi di questa situazione rivoluzionaria. Il proletariato italiano e il Partito socialista italiano si trovano in questa situazione. Ed è soltanto prendendo in considerazione e ten[...]
[...]ossono stabilire in modo infallibile il loro dovere. Coloro che negano una simile situazione, coloro che la trascurano, si collocano sul
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piano della borghesia, lavorano per la consolidazione delle basi del capitalismo e della dominazione borghese; lavorano per l'incatenamento del proletariato in uno sfruttamento ancora maggiore.
Qual'è oggi, la situazione internazionale, la situazione degli Stati capitalistici e del mondo capitalista, dopo la guerra imperialista? La crisi economica e finanziaria ha colpito non solamente gli Stati vinti, ma anche gli Stati vincitori. L'Italia è compresa fra gli Stati vincitori; ma, tuttavia, noi la vediamo travagliata da una crisi economica e finanziaria delle piú profonde. La produzione nel mondo capitalista intero, ma soprattutto nei paesi dell'Europa continentale, si trova nella seguente condizione: il massacro di decine di milioni di operai e contadini e la invalidità di altre decine di milioni, significa la distruzione di altrettante forze produttive viventi. Ma la guerra ha anche distrutto una grand[...]
[...]citori. L'Italia è compresa fra gli Stati vincitori; ma, tuttavia, noi la vediamo travagliata da una crisi economica e finanziaria delle piú profonde. La produzione nel mondo capitalista intero, ma soprattutto nei paesi dell'Europa continentale, si trova nella seguente condizione: il massacro di decine di milioni di operai e contadini e la invalidità di altre decine di milioni, significa la distruzione di altrettante forze produttive viventi. Ma la guerra ha anche distrutto una grande quantità di mezzi di produzione, di materie prime e di mezzi di trasporto: conseguenza inevitabile di tutto ciò, è la diminuzione della produzione generale.
La guerra, addossando agli Stati enormi debiti, e aumentando enormemente la quantità di carta moneta, ha cagionato il deprezzamento dei valori monetari in tutti i paesi capitalisti, fatta eccezione per l'America e per una parte dell'Inghilterra. E ciò, dopo la distruzione dei mezzi di trasporto, è l'altra causa dello sfacelo del commercio internazionale odierno. Oggi, il mondo capitalista si trova in queste condizioni: mentre i depositi dei capitalisti americani sono rigurgitanti di merce, i proprietari non possono esportare queste merci stesse a cagione del deprezzamento del valore della moneta nei pa[...]
[...]a mancanza di prodotti industriali. D'altra parte, i paesi industriali, che hanno bisogno di materie prime, come, ad esempio, l'Inghilterra, per timore della rivoluzione russa, privano se stessi e l'Europa intera della sorgente piú importante di materie prime: la Russia. La produzione cessa in alcuni paesi, perché é stato molto prodotto e non si può esportare; la produzione cessa in altri paesi a cagione della mancanza di materie prime.
Durante la guerra, la borghesia ha trovato il collocamento migliore dei suoi capitali nelle grandi industrie militari e nei prestiti per l'esercito. Le ricchezze colossali, da essa accumulate durante la guerra, non sono oggi collocate nelle industrie, perché questa borghesia non vi può trovare il medesimo utile. Insieme con i capitali accumulati, la borghesia accumula anche le materie prime ed i prodotti di largo consu
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mo, monopolizza la produzione ed il commercio di questi prodotti all'interno ed all'estero, si getta in una speculazione accanita ed aumenta, senza limite, i prezzi di tutte le merci. La guerra imperialista ha aumentato e fortificato l'accentramento del capitale. Il monopolio capitalista sui mezzi di produzione: la terra, le materie prime e i prodotti di largo consumo, ha preso proporzioni mostruose. Ed il monopolio capitalista è la causa principale della crescente miseria. Ma il caroviveri che aumenta senza tregua, costituisce un nuovo inciampo per la. produzione, perché porta con sé anche l'aumento dei prezzi delle materie prime e diminuisce contemporaneamente la capacità consumatrice delle classi lavoratrici.
Il fatto che la borghesia si dedica non già alla produzione, ma alla s[...]
[...] 17 miliardi di attivo e 8 miliardi di passivo; la Francia 3 miliardi e mezzo di attivo contro 100 miliardi e mezzo di passivo. I debiti dell'Inghilterra e della Francia oltrepassano del 50 per cento la rispettiva ricchezza nazionale. I debiti dell'Italia oltrepassavano, qualche mese fa, il 70 per cento della sua ricchezza nazionale.
La quantità di carta moneta in tutti i paesi oltrepassa parecchie decine di volte la quantità esistente prima della guerra. Non parleremo
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dei debiti e della quantità di carta moneta negli Stati nuovi — come, ad esempio: in Austria, in Polonia ed in altri — che sono in completa rovina e bancarotta. Tale è anche la situazione finanziaria dei paesi balcanici, ecc. ».
Dunque, la crisi finanziaria cresce senza tregua. Tutte le forze finanziarie dei Governi borghesi per fermarla e salvare la situazione, sono restati e restano vani. L'unica uscita, per il momenta, essi la trovano nella macchina da stampa della carta moneta. Ma é precisamente questo mezzo che aggrava maggiormente la crisi.
In conseguenza della cri[...]
[...]arretrati. Essa sostituisce i metodi di produzione, con i metodi della spogliazione e del brigantaggio dei popoli soggetti.
Ecco l'uscita che la borghesia trova alla crisi economica, finanziaria e politica. Essa vuole salvarsi mediante questa uscita se il proleta
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riato internazionale ed i popoli oppressi si lasciano ricacciar indietro,. nella barbarie della borghesia imperialista dominante.
Ma la crisi economica e finanziaria, creata dalla guerra imperialista, ha aperto una nuova epoca rivoluzionaria nella storia. Il proletariato cerca e trova la sua salvezza da questa crisi, fuori della borghesia. Al grido generale di questa per il ristabilimento della produzione, il proletariato risponde con la rivendicazione di rialzare prima di tutto le proprie forze produttive: la forza produttiva degli operai. Al lockaut e al sabotaggio della produzione mediante i quali la borghesia vuole schiacciare la latta degli operai per l'aumento dei salari, il proletariato risponde rivendicando l'introduzione del controllo sulla produzione ed anche l'occu[...]
[...] rivendicando l'introduzione del controllo sulla produzione ed anche l'occupazione delle fabbriche. All'aumento delle imposte indirette, per il pagamento del debito pubblico, il proletariato risponde rivendicando l'annullamento di tutti i debiti pubblici. In una parola, la crisi economica e finanziaria, spinge ineluttabilmente il proletariato internazionale sulla via delle lotte rivoluzionarie decisive.
La rivoluzione russa è una conseguenza della guerra imperialista: essa non è soltanto di importanza locale; ha invece importanza e carattere internazionale. È l'inizio della rivoluzione comunista universale; ha aperto la nuova epoca rivoluzionaria nella storia.
La prova piú eloquente del carattere internazionale della rivoluzione russa, è il fatto che essa ha diviso il mondo capitalista in due fronti: uno è il fronte dell'imperialismo e della controrivoluzione, sul quale lottano la borghesia ed i Governi capitalisti; l'altro é il fronte della rivoluzione proletaria universale, sul quale lottano il proletariato e le classi oppresse di tutti i [...]
[...]one, sul quale lottano la borghesia ed i Governi capitalisti; l'altro é il fronte della rivoluzione proletaria universale, sul quale lottano il proletariato e le classi oppresse di tutti i paesi. La crisi generale economica e finanziaria, infiamma maggiormente la lotta rivoluzionaria del proletariato e gli sforzi della , borghesia, per conservare il suo dominio mediante la dittatura ed il terrore con eserciti mercenari e guardie bianche, scatena la guerra civile nel mondo capitalista.
Qual'è il dovere dei Partiti comunisti e dell'Internazionale comunista nella presente epoca rivoluzionaria? Il loro compito è di unificare la lotta rivoluzionaria del proletariato internazionale e dirigerla verso lo scopo supremo: la conquista del potere politico e l'instaurazione della dittatura proletaria. I Partiti comunisti e la Internazionale comunista, traggono profitto dalle esperienze colossali e preziose della rivoluzione russa. La Russia è il primo, e contemporaneamente è il piú grande paese capitalista nel quale il proletariato si è impadronito del po[...]
[...]ropa centrale, ma anche dall'Inghilterra, dalla Francia e dagli Stati Uniti nei quali paesi la rivoluzione, sotto vostro ordine, dovrebbe essere affrettata ».
Come vedete, il compagno Serrati si burla di coloro che ammettono che noi ci troviamo dunque in un periodo rivoluzionario e che le condizioni della rivoluzione proletaria in Italia ed in Europa sono già
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mature. A priori, egli nega il carattere rivoluzionario delle lotte condotte dopo la guerra dal proletariato e dai contadini d'Italia.
Se voi fate un parallelo fra la dichiarazione di Serrati e la risoluzione dei riformisti votata a Reggio Emilia, vedrete chiaramente che il compagno Serrati si è definitivamente collocato sul terreno dei riformisti. (Interruzioni e rumori vivaci in tutta la sala. Violenti battibecchi fra secessionisti e unitari che obbligano l'oratore ad interrompere la lettura).
ROBERTO, presidente: Adesso che vi siete calmati, per non rendere impossibile il funzionamento dell'ufficio di presidenza, vi prego di rimanere tranquilli. Si tratta di ragionare e non di [...]
[...]a liberazione delle colonie significherebbe il crack del piú potente capitalismo, del capitalismo inglese. Il proletariato internazionale che lotta per la sua emancipazione, commetterebbe un delitto verso la propria classe e verso i popoli oppressi che lottano per l'emancipazione nazionale, se non tendesse a questi popoli la sua mano fraterna. L'unione fra il proletariato rivoluzionario ed i popoli oppressi che insorgono e fanno la rivoluzione e la guerra contro l'imperialismo, è una necessità per la vittoria della rivoluzione comunista universale. I Governi imperialisti attaccati dal proletariato nell'interno dei loro paesi e dai popoli oppressi all'esterno, saranno finalmente spazzati via.
Ecco il profondo senso rivoluzionario delle tesi sulla questione nazionale e coloniale accettate dalla I.C. Ma il compagno Serrati non pub
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o non vuole comprendere questo significato, ed accusa l'Internazionale comunista di aver preparato l'unione con le classi dominanti dei paesi coloniali, e perciò di aver tradito le tradizioni rivoluzionarie del so[...]
[...]asse lavoratrici. Il Congresso, invitando le masse lavoratrici turche e di tutto l'Oriente a sostenere il movimento generale, nazionale e rivoluzionario, chiama i contadini e gli operai della Turchia ad unirsi in organizzazioni indipendenti ed essere pronti a continuare la lotta fino all'emancipazione definitiva ».
Come vedete, la I.C., non soltanto ha respinto ogni legame con i capi nazionalisti turchi e del Partito giovane turco, coinvolti nella guerra imperialistica, ma ha condannato i suoi capi ed ha insegnato alle masse lavoratrici turche di essere caute verso la politica nazionalista delle classi dominanti.
No, compagno Serrati, la I.C. non vi chiede di cessare la lotta contro la borghesia nazionalista ed ancor meno di concludere l'unione con essa. Al contrario vi chiede di lottare con un'energia maggiore, con intransigenza e con coraggio contro la politica nazionalista ed imperialista della borghesia italiana; vi chiede di opporvi con tutte le forze alla politica di confisca dell'Italia nei Balcani, in Asia Minore ed in Africa e di te[...]
[...]artito — il Partito comunista bulgaro — chiamava in passato il Partita dei socialisti « stretti » a levare ancora la sua voce al Congresso di Copenaghen del 1910 contro questa politica della Seconda Internazionale e dell'Ufficio socialista internazionale, e quando ha domandato l'esclusione degli opportunisti bulgari (chiamati socialisti « larghi »), l'Internazionale è rimasta muta dinanzi a tale protesta. Ebbene: i socialisti « larghi », durante la guerra, hanno sorretto la borghesia nazionalista e dopo la guerra sono divenuti ministri, e per salvare il regime borghesemonarchico in Bulgaria, non si sono peritati di fare scorrere il sangue degli operai bulgari. Gli opportunisti nell'intero mondo hanno tradito nel 1914, nel momento decisivo. Questo tradimento della Seconda Internazionale è dovuto sovratutto a questo: che la Internazionale si componeva di Partiti autonomi, debolmente legati fra loro, senza unità nella tattica e nell'azione. E per questo che l'Internazionale non ha avuto la possibilità di salvare la solidarietà internazionale del proletariato nel 1914 ed ha lasciato che la classe operaia [...]
[...]a fingere una politica ipocrita verso la Russia dei Soviet. (Applausi).
Voce: Cattive informazioni !
MISIAN0: I comunisti unitari, che si dichiarano contrari alla frazione comunista ed all'I.C. pretendono in pari tempo di essere pure nemici dei riformisti. In altri termini essi formano il centro e non devano protestare quando noi li chiamiamo centristi. Ma il centro ed i
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centristi sostengono la parte piú nefasta nel movimento operaio dopo la guerra imperialistica. I riformisti ed i socialpatrioti, che durante la guerra sono stati apertamente in favore della pace civile con la borghesia, che hanno cioè sostenuto la guerra imperialistica e dopo di essa sono entrati in gran parte nei Governi capitalistici, sono passati apertamente nel campo dei controrivoluzionari ed hanno sparso il sangue di migliaia di operai per schiacciare la rivoluzione comunista (Scheidemann e Noske in Germania, Pastukoff e Sasikoff in Bulgaria), i riformisti ed i socialpatrioti si sono smascherati completamente. Le masse proletarie già li abbandonano. La prova piú eloquente di questo fatto sta nel fallimento della Seconda Internazionale, alla quale essi aderivano. Ma oggi i nemici piú pericolosi della rivoluzione proletaria sono i centris[...]
[...]la quale è stata educata durante questo periodo, mentre il movimento proletario si limitava alla azione parlamentare e legale, ha aperto le porte del socialismo all'opportunismo, di cui sono usciti dal suo seno gli apostoli. Nelle loro mani l'Internazionale ha cessato di essere l'organizzazione di lotta della classe per l'emancipazione proletaria e nel momento decisivo, nel 1914, è passata apertamente nel campo della borghesia.
L'imperialismo e la guerra imperialistica hanno aperto un'epoca nuova di battaglie e di rivoluzioni. Nonostante il tradimento della 2'
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Internazionale, una parte del proletariato, prima minoranza insignificante, ma in seguito minoranza sempre piú forte, è rimasta fedele alle tradizioni rivoluzionarie del marxismo. Sotto la bandiera del marxismo ha vinto il proletariato russo, sotto la sua bandiera oggi si radunanonell'Internazionale comunista milioni di operai. La nuova epoca rivoluzionaria esige metodi di lotta e di organizzazione rivoluzionaria. Chi non é capace di comprendere e di adottare questi metodi sarà sch[...]
[...]a della rivoluzione proletaria. Tale é, e non potrà essere altro, il destino dei centristi italiani, se essi non si correggono e non dimostrano di essere capaci di comprendere i doveri della rivoluzione. L'Internazionale comunista vi chiede di correggere i vostri errori e le vostre manchevolezze e di raccogliervi con coraggio e dignità sotto il suo stendardo rivoluzionario spiegato.
L'Italia si trova in una crisi rivoluzionaria permanente. Dopo la guerra, durante l'estate del 1919, è cominciato il movimento di masse contro il rincaro dei viveri, il quale in molte località é giunto fino alla creazione dei Consigli di operai e delle guardie rosse. Da allora gli scioperi e le insurrezioni operaie parziali sono diventate sempre piú numerose e violente. Ma questi episodi di lotta rivoluzionaria non si sono organicamente unificati in una lotta rivoluzionaria comune, coscientemente diretta verso la conquista del potere politico e verso la instaurazione della dittatura proletaria: sono rimasti sporadici e separati, privi di un piano e di una direzion[...]
[...]mente diretta verso la conquista del potere politico e verso la instaurazione della dittatura proletaria: sono rimasti sporadici e separati, privi di un piano e di una direzione comune. La borghesia ed il Governo approfittano di questa debolezza del movimento rivoluzionario per sconfiggerlo in episodi separati. Le fucilate parziali e le provocazioni organizzate dalla reazione borghese diventano sempre piú numeroseLa borghesia, il cui potere dopo la guerra era scosso ad un punto tale che essa non riusciva piú a respingere gli attacchi della classe operaia, a poco a poco si è rafforzata. Essa si organizza ogni giorno di piú e diventa ogni giorno piú insolente e piú violenta nello schiacciare i tentativi di lotta degli operai. La borghesia ha organizzato un corpo speciale di mercenari ed una guardia bianca con i quali oggi essa compie gli eccidi e le provocazioni parziali per spezzare lo slancio rivoluzionario, per disorganizzare le forze proletarie, per creare tra operai e contadini in latta il terrore, lo smarrimento e l'apatia. Domani la borgh[...]
[...]. Domani la borghesia, se il proletariato le lascia il tempo di rafforzarsi e di organizzarsi ancora di piú, passerà dalla difensiva all'offensiva (applausi), e cercherà di dare colpi mortali alla rivoluzione italiana schiacciando le forze del proletariato nei principali centri industriali.
In tutto il mondo capitalistico la borghesia internazionale, per
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schiacciare la rivoluzione proletaria in marcia, scatena con sempre maggiore intensità la guerra civile. Non v'è un solo paese europeo in cui non sia stato organizzato un corpo speciale di mercenari, in cui non sia stata organizzata una guardia bianca, in cui non si organizzino eccidi proletari. In Germania, in Ungheria, in CecoSlovacchia, in Ita lia, in Irlanda, in Ispagna, nei Balcani, dappertutto la borghesia fa scorrere il sangue delle classi oppresse che lottano per la loro emancipazione. Per schiacciare l'insurrezione dei paesi coloniali, i Governi imperialisti continuano d'altra parte la guerra nell'Asia Minore ed in altre colonie.
Le potenze dell'Intesa poi, nonostante la crisi[...]
[...]stato organizzato un corpo speciale di mercenari, in cui non sia stata organizzata una guardia bianca, in cui non si organizzino eccidi proletari. In Germania, in Ungheria, in CecoSlovacchia, in Ita lia, in Irlanda, in Ispagna, nei Balcani, dappertutto la borghesia fa scorrere il sangue delle classi oppresse che lottano per la loro emancipazione. Per schiacciare l'insurrezione dei paesi coloniali, i Governi imperialisti continuano d'altra parte la guerra nell'Asia Minore ed in altre colonie.
Le potenze dell'Intesa poi, nonostante la crisi e la miseria delle masse popolari, continuano ad accrescere loro eserciti e le loro flotte. Ci troviamo in un periodo di rivalità e di armamenti inauditi degli Stati capitalisti. Gli antagonismi ed i conflitti fra gli Stati Uniti da una parte e l'Inghilterra ed il Giappone dall'altra, quelli che sussistono ancora tra l'Inghilterra e la Francia, in Europa ed in Asia, e cosí via, questi antagonismi e questi conflitti spingono inevitabilmente verso una nuova guerra imperialistica per la conquista dei paesi del[...]